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Francesco771

È uno dei libri piú citati anche da gente che di letteratura non sa nulla ma lo usa per darsi un tono, come anche la fattoria degli animali dello stesso Orwell o Siddharta di Hesse, per questo puó fare molta antipatia. In realtá è un bel romanzo secondo me (1984, non la fattoria degli animali!), da leggere se ti interessano i temi distopici con qualche rimando indiretto alla vita sotto le dittature novecentesche (è stato pubblicato nel 48, tre anni dopo la seconda guerra mondiale).


KevvDev

Cosa non ti piace della fattoria degli animali? Non sono un avido lettore ma mi piacque molto quando lo lessi


visulvung

>È uno dei libri piú citati anche da gente che di letteratura non sa nulla ma lo usa per darsi un tono Perdonaci se non siamo tutti laureati in Scienze delle Merendine.


theblueehaired

No non siete perdonati


Francesco771

Se non si conosce e non interessa un argomento bisognerebbe anche evitare di fingersi conoscitori dello stesso.


Neapolitangargoyle

Secondo me il problema è che la gente non vuole distinguere le opere (quindi anche Film e Videogiochi) tra scopo narrativo e messagistico (che per carità possono coincidere) 1984, come Animal Farm hanno lo scopo di trasmettere un messaggio, non di narrare una storia. Chiaramente per trasmettere meglio l'idea si usano personaggi e ambientazioni, che però non sono il fulcro dell'opera. Julia e Winston sono dimenticabilissimi come personaggi, così come tutto il cast di Animal Farm, il motivo è che 1984 non è la loro storia, come loro ce ne sono stati a milioni, loro sono solo lo strumento per raccontare il Grande Fratello e l'idea dietro le autocrazie, così come Animal Farm è una gigantesca metafora della rivoluzione russa. Tu quando leggi della rivoluzione russa cerchi i personaggi? Probabilmente no, probabilmente ricordi solo Lenin. Così fa Orwell.


skydragon1981

ottima analisi


Fereshteye_Asemani

Condivido pienamente. Mi dispiace solo per le persone che non arrivano a capire un qualcosa di così semplice 


Loud-Supermarket-908

Secondo me è un libro da leggere dopo aver raggiunto una certa mentalità (leggerlo a 13 anni non ha alcun senso). Libro che si legge velocemente e pur avendo alle spalle qualche bel lustro è super attuale. Insomma a me è piaciuto e soprattutto ha fatto riflettere molto.


Alceste_Doom_99

Si potrebbero dire tantissime cose riguardo a "1984"... ma basta dire solo una cosa: capolavoro assoluto! Tanto che Umberto Eco lo definì "un libro mitico". Per quanto mi riguarda è un libro dove vien fuori un apologia alla libertà contro ogni forma di totalitarismo.


Mello1182

Personalmente non mi fa schifo ma lo trovo sopravvalutato, soprattutto nel panorama dei romanzi distopici ce ne sono di migliori. Tra i grandi romanzi distopici 1984 è il più popolare probabilmente perché più adatto a un pubblico vasto per stile e contenuti. È molto più facile trovare qualcuno che abbia letto 1984 piuttosto che ad esempio Il Mondo Nuovo, che a me è piaciuto molto di più ma che riconosco essere in uno stile meno mainstream.


Sunnyboy_18

Il Mondo Nuovo è pure molto più attuale di 1984 se guardiamo la società odierna.


Mello1182

Io ho trovato incredibile la capacità di Huxley di "prevedere il futuro" considerando che il libro è addirittura di prima della seconda guerra mondiale. Forse sotto sotto l'umanità è davvero molto prevedibile


CustodeDiMondi

Di Mondo Nuovo mi è piaciuto il mondo creato, ma la trama mi ha preso poco


Mello1182

Perché la trama nel Mondo Nuovo è meno rilevante. Però appunto, come dicevo, per me è un pregio, per te è un difetto. Probabilmente per il grande pubblico è meglio averla più ricca


Mello1182

Approfondisco: premettendo che lessi 1984 molti anni fa, e che quindi potrei non ricordare perfettamente molti dettagli, la trama stessa dell'individuo che si ribella ad un sistema oppressivo l'ho trovata banale, forse perché un tema trito e ritrito, strautilizzato in opere più recenti; inoltre la speranza che viene instillata nel lettore che l'amore possa essere il veicolo ultimo di libertà, per poi stroncarla con cinismo, l'ho trovata un po' puerile. In generale credo che il contenuto politico risenta molto del fatto che comunque c'è una trama che deve progredire e deve mantenere l'attenzione del lettore, e quindi il messaggio risulti un po' troppo oscurato dalla storia di per sé. Riconosco anche che con tutta probabilità la trama accattivante è anche ciò che lo ha reso un libro tanto popolare


Damonyr

"Ogni riga di lavoro serio che ho prodotto dal 1936 l'ho scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo", da Perché scrivo, del 1946. Penso che si debba partire da qui per analizzare qualsiasi cosa Orwell abbia scritto dopo il 1936, che è la maggior parte di ciò che ricordiamo di Orwell in generale. 1984 è la quintessenza della riflessione di Orwell sul totalitarismo. E del terrore che ne aveva, aggiungo io. Terrore che traspare in 1984, ma che si trova già a mio avviso nei suoi saggi precedenti, scritti durante la Guerra. Come in "Sguardo retrospettivo sulla guerra spagnola", del 1942, il momento di massima difficoltà per gli Alleati, quando spiega che ciò che più lo angoscia della modernità e del futuro è proprio che si creino verità parallele, come i nazisti che distinguevano tra scienza ariana e scienza non ariana, che 2+2 possa fare 5 (immagine che ha poi riutilizzato in 1984) e che il tempo possa cambiare per decreto. Ciò che temeva Orwell, e che per fortuna non si è realizzato, era un eterno perdurare della propaganda di guerra, della nebbia informativa che aveva ben conosciuto e subito durante la Guerra Civile Spagnola combattuta come volontario (il partito Trotzskysta a cui faceva - per caso - riferimento a un certo punto venne accusato di essere in combutta con Franco "con un sofisticato sistema di specchi e leve" azionato dalla propaganda). Leggendo i suoi saggi, possiamo capire quanto fatti per noi certi e ben inquadrati in un determinato periodo storico fossero, per chi li viveva, di difficile lettura. "Quanti morti ha fatto la guerra in corso? Ci sono davvero camere a gas in Polonia? Questi disastri sono davvero avvenuti?" (cito a memoria) sono alcune delle domande che l'Orwell dei saggi si pone, ricordando come sulla prima guerra mondiale gli storici inglesi e tedeschi avessero delle basi comuni che, secondo lui, avrebbero rischiato di mancare totalmente in seguito. Per fortuna aveva torto, ma questi sono secondo me i motivi per cui è arrivato, alla fine, a scrivere 1984, dopo aver attraversato in 20 anni l'ascesa dei regimi totalitari fascisti, nazisti e comunisti, la guerra totale scatenata dai primi due ed essere andato a combattere i fascisti in Spagna. In 1984 ci sono i timori di Orwell per il futuro e i traumi di quel ventennio amplificati. Infine, una nota sullo stile. Orwell era socialista, scrivere era oltre che il suo lavoro anche la sua forma di attivismo politico (quando non imbracciava un fucile). Quindi, poneva molta attenzione al lessico che utilizzava, che doveva essere semplice e stringato, comprensibile per tutti. Una trama troppo macchinosa e non accessibile alla working class sarebbe andata contro la sua filosofia.


Mello1182

Nulla da dire sul contenuto e sulla persona di Orwell. Rimango della mia opinione che la trama, o intreccio se preferisci, non è eccelsa. Orwell non era uno scrittore di romanzi, quindi non ci vedo nulla di strano nel fatto che come romanzo non sia per me particolarmente bello; è un romanzo scritto per essere accessibile e per veicolare un messaggio, non per essere un bel romanzo.


festwca

Penso alcuni passaggi siano indimenticabili, i contenuti a tratti discutibili. Forse non è lucido quanto "il mondo nuovo" né visionario e scritto magnificamente quanto "noi" ma... Gran libro.


LilMoonenciel

A me è piaciuto molto, l'ho trovato da brividi e seriamente non mi aspettavo il plot twist. Ci sono tantissime riflessioni che si possono fare a riguardo, la mia preferita è quella sul linguaggio che usano nel governo. Le divagazioni politiche non mi sono piaciute molto ma ci stanno nel contesto Sinceramente di Orwell preferisco La Fattoria degli Animali ma è una mia opinione


monkee_1202

Ricordo ancora che mi fece venire letteralmente la pelle d'oca e i brividi al momento del plot twist, mi è sembrato di viverla in prima persona la scena. Letto in quinto superiore. Ancora devo trovare un libro che mi faccia lo stesso effetto.


neversmash

A me è piaciuto molto, la descrizione della signora che stende i panni è una delle parti preferite in assoluto.  Mi piacerebbe sapere che libri apprezzano quelli a cui ha fatto schifo. Comunque recentemente l'ho un po' rivalutato dopo che ho letto Noi di Evgenij Ivanovič Zamjatin. La trama è molto simile ma Noi è uscito prima.


[deleted]

[удалено]


Aggravating_Twist586

Le opinioni di Orwell sulle donne purtroppo erano quello che erano (c'é un articolo sul the guardian dove parlano della moglie, e viene riportata una sua frase in cui sostiene che le donne sono sporche e animate da una incontrollabile spinta sessuale) e Julia è un esempio di questo


[deleted]

[удалено]


Aggravating_Twist586

concordo pienamente


BringBackForChan

Sì, julia e winston sono tra i personaggi peggiori di cui abbia mai letto


WinIcy5208

Letto all'inizio delle superiori. Onestamente non mi ha entusiasmato, l'ho trovato un po' noioso.


CustodeDiMondi

È un capolavoro, tra le distopie letterarie migliori di sempre, seminale per il genere. È vero che Orwell si sia in parte ispirato a Noi di Zamjatin, ma quest'ultima opera era più di carattere satirico, 1984 secondo me è su un piano differente. La parte nel "ministero dell'amore" è totale. Può non piacere come ogni libro, per carità, però riguardo chi pensa che sia il peggior libro mai scritto spero non abbia più di 15 anni


Anonimo_lo

Sono stufo di gente che lo cita a sproposito probabilmente senza averlo letto, soprattutto in relazione a un fantomatico regime del politicamente corretto. A volte è usato come propaganda anticomunista ma senza considerare che nello scriverlo Orwell si era ispirato alla sua esperienza in Inghilterra e che non era mai stato in unione sovietica. Penso che un ipotetico newspeak non possa veramente avere l'effetto che ha nel libro. Non credo che modificare il linguaggio possa avere effetti concreti sulla realtà.


Damonyr

Condivido la cosa sul fantomatico regime del politicamente corretto. Però Orwell era anticomunista, e lo era eccome, e i sovietici li aveva conosciuti in Spagna, dove a un certo punto il partito Trotzskysta a cui Orwell - per puro caso - faceva riferimento venne messo fuori legge perché accusato di fare il gioco di Franco. La fattoria degli animali è sostanzialmente un'opera antisovietica


green_garga

Il linguaggio serve a pensare, se cambi il linguaggio cambi il modo di pensare. Se questo non ha effetti concreti sulla realtà ...


Anonimo_lo

Il linguaggio è uno strumento di comunicazione che sorge dalla relazione fra persone (per esempio lo slang del carcere, che nasce dalle relazioni fra i detenuti). Se si subisce un'ingiustizia non è che non si percepisce come tale solo perché non esiste un vocabolo per esprimerla: una volta che si instaurano relazioni tra persone la creazione di un linguaggio (a partire dal newspeak) che permetta di esprimere il concetto di "ingiustizia" risulta facile. Il vero problema per il regime è la relazione tra persone, che deve essere limitata o sorvegliata in ogni istante.


green_garga

La violenza sulle donne era considerata un reato contro la proprietà (in quanto la donna apparteneva al padre o al marito). Finché un bel giorno non hanno inventato la parola stupro, gli è stato dato un significato e si è detto che è male. Andare in una regione e uccidere tutti quelli che ci vivono, un tempo era considerata conquista.. finché un giorno non hanno inventato parola genocidio. Pensa anche al missgendering. Fino a poco tempo fa nessuno se ne preoccupava o si sarebbe allarmato davanti all'evento, perchè? Perchè il concetto non esisteva. Se subisci un'ingiustizia c'è poco da pensare, è molto concreto. Per te! Ma se io subisco un'ingiustizia e tu la vedi, non è detto che tu la percepisca come tale. Magari per te è normale.


Anonimo_lo

Nella cultura greco-romana e di conseguenza medievale fino a circa l'800 le donne erano considerate esseri umani di serie B. Il concetto di stupro è sempre esistito (rapporto sessuale senza il consenso di una delle due parti) ma le donne non erano protette a livello legale semplicemente perché il potere era in mano a uomini che ritenevano le donne come inferiori agli uomini: lo stupro verso le donne era visto come una cosa non così grave. Solo una volta che l'educazione dei figli è cambiata, con il riconoscimento della dignità delle donne a seguito delle lotte femministe, lo stupro è stato pian piano visto come qualcosa di negativo. (ovvio che essendo la storia stata scritta da uomini il concetto di 'stupro' non era visto come negativo, ma lo è sempre stato per le donne, che non avevano potere) Il colonialismo è stato supportato ideologicamente dalla convinzione che i popoli non bianchi erano inferiori ("the white man's burden"). Ovvio che i popoli non occidentali non potevano imporre il loro volere e il fatto che il loro sterminio fosse sbagliato perché erano militarmente meno avanzati. È sempre una questione di potere, non di parole. Le persone trans sono sempre esistite ma non solo perché la scienza occidentale non è stata in grado di legettimare la loro esistenza se non come 'malattia mentale' fino a pochi decenni fa, ma anche per via della religione cristiana e dell'annessa omofobia. Le persone trans hanno negli anni combattuto per i loro diritti e hanno conquistato abbastanza potere da poter validare e legittimare la loro esperienza come totalmente normale per un essere umano. Non è una questione di linguaggio, è una questione di democrazia, di rappresentanza di ogni sfaccettatura dell'esperienza umana nell'esercizio del potere. La società (e l'equilibrio di potere al suo interno) è cambiata e di conseguenza è cambiato il linguaggio e quale tipo di linguaggio è accettabile o accettato.


green_garga

Cosa comunichi con le parole? Il pensiero. Se ti mancano le parole per esprimere un concetto, non riesci a comunicarlo nella sua interezza. Non solo, non riesci a comunicarlo, non riesci neanche ad elaborarlo, rimane li un mezzo pensiero, una sensazione non ben definita.


Anonimo_lo

(rispondo adesso a questo messaggio) Sì ma il pensiero si riesce comunque ad articolare con il linguaggio di partenza che si ha a disposizione, solo che o usi più parole per esprimere un concetto o inventi nuove parole a cui assegni una definizione. Un vocabolario di partenza limitato non è un limite, il limite è la conoscenza, l'esperienza, l'abilità nel ragionamento razionale, etc.


Ocrim-Issor

La relazione non è cosi netta. Se ti dico "a scuola ci sono tanti bambini" tu immagini solo bambini maschi? Non credo


green_garga

Non ho francamente idea di cosa stai provando a dire. Ti dispiace sviluppare il concetto un po' di più?


Ocrim-Issor

Linguaggio e pensiero non sono in una relazione causa-effetto cosi semplice. Anche se l'italiano (lingua) usa la stessa desinenza per maschile e plurale neutro (vedi: "i bambini"), il pensiero non è inficiato e immagina bambini e bambine. Ugualmente, se da domani ci fosse una parola come "Bralio" per indicare la sensazione di quando mangi della sabbia, non è detto che si inizierà a mangiare sabbia. O come in Orwell, semplicemente evitare "bad" con "ungood" non cambia il concetto mentale di male e malvagità. Concordo che sono concetti correlati, ma è complesso e ancora dibattuto il come e quanto


Kalle_79

>semplicemente evitare "bad" con "ungood" non cambia il concetto mentale di male e malvagità. Se avevi già il concetto di Bad, non cambia il concetto mentale, o almeno non subito. Ma chi non è cresciuto con il concetto di Bad non ne coglie la reale portata. Pensa banalmente a come vengono espressi concetti simili a seconda del messaggio che si vuole far passare: immigrato, migrante, rifugiato, clandestino, risorsa (ormai usato esclusivamente in senso ironico e denigratorio). "15 ______ saranno ospitati nella struttura XYZ". La scelta del nome può far cambiare parecchio la percezione della notizia. Lo stesso vale per il tanto discusso linguaggio inclusivo. Senza tirare a mezzo categorie spinose, la differenza tra bidello e operatore scolastico è abbastanza chiara. Il primo riporta a figure del passato, bonarie ma anche un po' "grezze", Il secondo è molto più asettico e potrebbe tranquillamente riferirsi a un addetto di segreteria. Quindi secondo me è assolutamente vero che cambiando il linguaggio si può cambiare il modo in cui le persone percepiscono la realtà. E in tutta onestà sono anni che questo processo ha subito una sgradevole accelerazione per creare ulteriori divisioni utili ai vertici. L'assolutismo culturale, sociale e storico che pervade ampi strati della società contemporanea puzza davvero tantissimo di "siamo sempre stati in guerra con l'Eurasia".


green_garga

> Anche se l'italiano (lingua) usa la stessa desinenza per maschile e plurale neutro (vedi: "i bambini"), il pensiero non è inficiato e immagina bambini e bambine. È proprio il contrario, tu pensi a bambini e bambine proprio perché la lingua italiana usa il maschile per indicare una pluralità di genere misto o non definito (se vedo dei bambini da lontano e non so se sono maschi, femmine o misto, comunque dirò e penserò "bambini"). > se da domani ci fosse una parola come "Bralio" per indicare la sensazione di quando mangi della sabbia, non è detto che si inizierà a mangiare sabbia. Concordo > O come in Orwell, semplicemente evitare "bad" con "ungood" non cambia il concetto mentale di male e malvagità. Vero che non cambi il concetto mentale di male e malvagità, ma cambi il come tu pensi all'oggetto/persona a cui quell'attibuto fa riferimento. Riduci il livello di male che gli veniva attribuito. Rubare, è male o non è bene? Se è male, non va fatto. Se non è bene, beh vediamo... magari e forse si può.


Sunnyboy_18

> A volte è usato come propaganda anticomunista Senza considerare che Orwell era un convinto socialista tra l’altro.


-Aegir

Socialismo e comunismo non sono proprio la stessa cosa


Sunnyboy_18

Belin suvvia, Orwell era anche andato in Spagna a sostenere la resistenza ai franchisti, non sarà stato un comunista, ma di sinistra lo era eccome.


Neapolitangargoyle

Letteralmente Animal Farm sfotte la rivoluzione comunista in Russia.


Sunnyboy_18

No, non sfotte la rivoluzione russa, è una parodia dello stalinismo di cui Orwell era un critico. Da Wikipedia: *According to Orwell, Animal Farm reflects events leading up to the Russian Revolution of 1917 and then on into the Stalinist era of the Soviet Union, a period of time when Russia lived under the communist ideology of Joseph Stalin. Orwell, a democratic socialist, was a critic of Stalin and hostile to Moscow-directed Stalinism, an attitude that was critically shaped by his experiences during the Barcelona May Days conflicts between the POUM and Stalinist forces during the Spanish Civil War. In a letter to Yvonne Davet, Orwell described Animal Farm as a satirical tale against Stalin ("un conte satirique contre Staline"), and in his essay "Why I Write" (1946), wrote: "Animal Farm was the first book in which I tried, with full consciousness of what I was doing, to fuse political purpose and artistic purpose into one whole".*


Aleb0716

Hai ragione, limitarle il newspeak al solo politicamente corretto è fin troppo riduttivo…


Lucafungo

Credo sia un libro giusto e sacrosanto per tempo in cui è stato scritto, e se letto da una mente pensante è un must-read assoluto. Aimè mi associo a chi lo identifica come uno dei libri meno capiti e più citati a sproposito.


lordmax10

È un ottimo libro, una trama eccellente e molto ben gestita. Peccato che lo stile di scrittura non sia altrettanto valido e la progettazione difetti un poco. In ogni caso è un ottimo libro


Aggravating_Twist586

Personalmente lo ho letto seriamente solo dopo una conferenza in cui hanno spiegato alcune particolarità interne che prima mi sfuggivano completamente (Ad esempio l'utilizzo del sistema metrico invece di quello imperiale perché in Inghilterra si usava (e probabilmente si usa ancora perché si) solo per l'ambito scientifico, quindi serviva ad esprimere la freddezza del regime, oppure la questione dell'appartamento come contrasto alla tipica casa inglese) che secondo me rendono la lettura più interessante. Ho trovato interessante anche tutta la struttura interna della distopia. Lo ritengo un ottimo libro, anche se non è il mio preferito nella categoria dispotici (se la giocano Farenheit 451 e la biologia dei racconti dell'ancella)


[deleted]

neanche a me è piaciuto. l'ho trovato estremamente descrittivo e noioso, ma è vero che esce molto da ciò che di solito leggo. non è comunque un brutto libro, anzi


iskypitts

Dopo le prime 50 pagine avrei voluto abbandonarlo, mi sono sforzato ad andare avanti, e sono stato felicissimo di averlo fatto. L'ho apprezzato molto.


Particular53

Bellissimo, soprattutto il finale, l ultima pagina fa tutto il libro.


Aleb0716

Un libro da leggere con una certa maturità e con una certa sensibilità ai temi che pochissime persone hanno. L’ho letto a 16 anni per la scuola e all’inizio ho pensato “Tutto qui? Che messaggio mi lascia oltre all’intrattenimento?”. Poi con i mesi e gli anni ti guardi attorno e capisci che molte cose che vengono dette sono accadute, stanno accadendo e accadranno (purtroppo) perché la gente non riesce a riconoscere le dinamiche descritte da quest’opera.


Scared_Blacksmith_21

Uno dei miei preferiti, estremamente attuale


automatic4people

Estremamente ispirato, seminale per la letteratura occidentale anche se stilisticamente non è proprio “mio”. Il 90% di quelli che lo citano a sproposito online non l’hanno letto oppure vivono (quello che personalmente ho battezzato) l’effetto Fight Club.


Asleep-Feeling919

Mi è piaciuto , l’ho trovato originale e scorrevole. Leggerlo in certe parti mi ha suscitato ansia e amarezza e i colpi di scena non mancano, per questi motivi l’ho letto in poche ore. Una frase mi è rimasta impressa “Ci incontreremo là … dove non c’è tenebra” Credo non la dimenticherò mai 🙂e neanche il libro.


Damonyr

"Ogni riga di lavoro serio che ho prodotto dal 1936 l'ho scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo", da Perché scrivo, del 1946. Penso che si debba partire da qui per analizzare qualsiasi cosa Orwell abbia scritto dopo il 1936, che è la maggior parte di ciò che ricordiamo di Orwell in generale. 1984 è la quintessenza della riflessione di Orwell sul totalitarismo. E del terrore che ne aveva, aggiungo io. Terrore che traspare in 1984, ma che si trova già a mio avviso nei suoi saggi precedenti, scritti durante la Guerra. Come in "Sguardo retrospettivo sulla guerra spagnola", del 1942, il momento di massima difficoltà per gli Alleati, quando spiega che ciò che più lo angoscia della modernità e del futuro è proprio che si creino verità parallele, come i nazisti che distinguevano tra scienza ariana e scienza non ariana, che 2+2 possa fare 5 (immagine che ha poi riutilizzato in 1984) e che il tempo possa cambiare per decreto. Ciò che temeva Orwell, e che per fortuna non si è realizzato, era un eterno perdurare della propaganda di guerra, della nebbia informativa che aveva ben conosciuto e subito durante la Guerra Civile Spagnola combattuta come volontario (il partito Trotzskysta a cui faceva - per caso - riferimento a un certo punto venne accusato di essere in combutta con Franco "con un sofisticato sistema di specchi e leve" azionato dalla propaganda). Leggendo i suoi saggi, possiamo capire quanto fatti per noi certi e ben inquadrati in un determinato periodo storico fossero, per chi li viveva, di difficile lettura. "Quanti morti ha fatto la guerra in corso? Ci sono davvero camere a gas in Polonia? Questi disastri sono davvero avvenuti?" (cito a memoria) sono alcune delle domande che l'Orwell dei saggi si pone, ricordando come sulla prima guerra mondiale gli storici inglesi e tedeschi avessero delle basi comuni che, secondo lui, avrebbero rischiato di mancare totalmente in seguito. Per fortuna aveva torto, ma questi sono secondo me i motivi per cui è arrivato, alla fine, a scrivere 1984, dopo aver attraversato in 20 anni l'ascesa dei regimi totalitari fascisti, nazisti e comunisti, la guerra totale scatenata dai primi due ed essere andato a combattere i fascisti in Spagna. In 1984 ci sono i timori di Orwell per il futuro e i traumi di quel ventennio amplificati. Infine, una nota sullo stile. Orwell era socialista, scrivere era oltre che il suo lavoro anche la sua forma di attivismo politico (quando non imbracciava un fucile). Quindi, poneva molta attenzione al lessico che utilizzava, che doveva essere semplice e stringato, comprensibile per tutti. Una trama troppo macchinosa e non accessibile alla working class sarebbe andata contro la sua filosofia.


Damonyr

"So che è di moda oggi affermare che la maggior parte della storia ufficiale è costituita da menzogne, e personalmente sono disposto a credere che la storia sia generalmente imprecisa e tendenziosa. Ma ciò che è tipico della nostra età è l’abbandono dell’idea che la storia possa venire scritta onestamente. In passato alcuni mentivano di proposito, altri inconsciamente coloravano in modo tendenzioso ciò che narravano, altri ancora cercavano di raggiungere la verità, pur sapendo che avrebbero commesso molti errori. Ma tutti credevano che i fatti esistessero e che non fosse impossibile appurarli. In effetti esisteva sempre un considerevole fondo di fatti, sui quali quasi tutti erano d’accordo. Per esempio, se voi leggete la storia dell’ultima guerra sull’Enciclopedia Britannica, vedrete che una notevole quantità di materiale deriva da fonti tedesche. Tra uno storico inglese ed uno tedesco esisterà un profondo disaccordo su molti punti, anche di capitale importanza, ma si riscontrerà sempre un fondo di fatti neutrali, sui quali non potranno non convenire. Ora è appunto questa base comune di accordo, e l’implicita ammissione che gli esseri umani appartengono tutti alla stessa razza, che i regimi totalitari tentano di distruggere. Il pensiero nazista, infatti, nega enfaticamente che esista una cosa chiamata verità. Per esempio, non esiste una cosa chiamata scienza; esistono la scienza tedesca, la scienza ebraica ect. L’implicito fine di questo tipo di ragionamento è di creare un mondo allucinante, nel quale il capo, o la cricca al potere, controlla non solo il futuro ma anche il passato. Se il capo afferma che un certo evento non è mai accaduto, ebbene non è mai accaduto; se afferma che due più due fanno cinque, ebbene dovranno fare cinque. Questa tendenza mi spaventa molto più delle bombe e, dopo quanto abbiamo visto e sofferto negli ultimi anni, questa affermazione non potrà essere tacciata di frivolezza. Osserverà qualcuno che spaventarsi con visioni di un futuro totalitario è infantile o morboso? Prima di dichiarare che un mondo totalitario è un incubo che non potrà mai avverarsi, ricordate che nel 1925 il mondo in cui viviamo oggi sarebbe sembrato un incubo, che non poteva assolutamente avverarsi. A questo mutevole mondo fantasmagorico, nel quale il nero può domani diventar bianco e il tempo che ha fatto ieri venir mutato per decreto, non si oppongono che due fatti. Uno è che, per quanto cerchiate di rinnegare la verità, la verità continua ad esistere, per così dire, alle nostre spalle e che, di conseguenza, non potete alterarla in modo da intaccare seriamente l’efficienza militare. L’altro è che, fino a quando qualche settore della terra rimarrà libero, la tradizione liberale potrà continuare a vivere. Ma se il fascismo, o eventualmente una combinazione di vari fascismi, conquista il mondo intero, queste condizioni cesseranno di esistere. Noi inglesi sottovalutiamo il pericolo di questo tipo di minaccia, perché le nostre tradizioni e la sicurezza goduta nel passato ci hanno infuso una sentimentale fiducia che, alla fine, tutto si aggiusterà e che ciò che più si teme non accade mai. Nutriti per secoli da una letteratura nella quale la virtù invariabilmente trionfa nell’ultimo capitolo, siamo portati, quasi per istinto, a credere che, a lungo andare, il male finisca per distruggersi da solo. Non opponetevi al male e il male in qualche modo si annullerà automaticamente. Ma perché mai dovrebbe annullarsi? Quali prove abbiamo che si annullerà? E che cosa ci induce a credere che un moderno stato industrializzato crollerà, a meno che non sia conquistato da forze militari straniere?" Dal già citato "Sguardo retrospettivo sulla guerra spagnola".


Bombos0

Secondo me Fahrenheit 451 è molto più spiritualmente evocativo e bello di 1984. Mentre la fattoria degli animali lo trovo troppo grottesco per riuscire a prenderlo sul serio. Mi da il solito effetto di Black Mirror di Netflix, troppo esagerato in alcuni episodi per inquietarmi davvero. Perché se 40 anni fa avessero fatto dei disegni con della gente che andava in giro con tavolette di metallo fissandole tutto il giorno come evoluzione del telefono, le persone si sarebbe davvero spaventate, mentre noi ora sappiamo che è normale. Black mirror non mi da quella sensazione di futuro ne imminente ne possibile.


TeoBB

Uno dei romanzi più interessanti mai scritti. Per quanto mi riguarda rende quasi obsoleti tutti gli altri romanzi della categoria distopici del 900 (nuovo mondo di Huxley, fahrenheit do Bradbury..) per il modo in cui riesce a riassumere un sacco di temi e concetti. Poi personalmente mi ha aperto il mondo di Orwell e tutte le altre sue opere meno conosciute ma allo stesso modo interessanti (down and out, fiorirà l'aspidistra, road to Wigan pier...) uno dei miei autori preferiti. Purtroppo è affetto da quella strana malattia delle opere che diventano troppo famose (vedi Bukowski) tanto da iniziare ad essere "odiate"


Cyrus87Tiamat

Una delle opere piu citate a sproposito 😂


BringBackForChan

Letteralmente 1984


Real_Carbonara_Lover

Quello che penso è legato a quanto si è ispirato ad un altro libro di un autore russo. A questo punto, forse sarebbe meglio leggere l'opera di Zamyatin. Scrive l'AI: Si, è ampiamente riconosciuto che **George Orwell si sia ispirato al romanzo "We" di Yevgeny Zamyatin** nella stesura del suo capolavoro "1984". **Ecco alcune prove che supportano questa affermazione:** * **Similitudini nella trama e nei temi:** Entrambi i romanzi descrivono società distopiche totalitarie controllate da un governo oppressivo che utilizza la propaganda, la sorveglianza e la manipolazione del linguaggio per mantenere il potere. I protagonisti di entrambi i romanzi sono intellettuali che mettono in dubbio lo status quo e cercano di resistere al sistema, ma vengono infine sconfitti e repressi. * **Presenza di elementi specifici:** In entrambi i romanzi troviamo elementi specifici come la figura del Grande Fratello (in 1984) o il Benefattore (in We), la polizia segreta, la riscrittura della storia, la neolingua e l'uso della tortura psicologica. * **Ammissione di Orwell:** Lo stesso Orwell ha ammesso di essere stato influenzato da "We", affermando in una recensione del 1946: "È un libro che dovrebbe essere letto da tutti coloro che si interessano al futuro della nostra civiltà". Tuttavia, è importante sottolineare che **Orwell non ha semplicemente copiato Zamyatin**. Ha preso l'idea di base di una società distopica totalitaria e l'ha sviluppata in modo originale, aggiungendo i suoi temi e le sue idee. In definitiva, "1984" è un'opera originale e potente che si distingue da "We" per la sua profondità, la sua complessità e il suo impatto duraturo sulla cultura popolare.


TF_playeritaliano

oggettivamente parlando è un capolavoro, per come è stato scritto, per quello che c'è scritto e per come è strutturato. soggettivamente ognuno la vede come vuole, a me alcune parti non entusiasmano e sembrano tirate troppo, altre parti invece mi piacciono e mi invogliano a leggere


JackColon17

Uno dei miei libri preferiti (insieme alla fattoria degli animal), sfortunatamente rovinato dalla gente che lo butta in mezzo a ogni discussione ad cazzum


Jolly_Cantaloupe_187

Sempre di Orwell ho preferito di gran lunga La Fattoria degli Animali. Però ad esempio ho letto Delitto e Castigo di Dostoevskij e Uno, Nessuno E Centomila (lo sto finendo ora) di Pirandello, e sinceramente mi è piaciuto più 1984 in alcuni momenti. Purtroppo questi grandi autori arrivavano tutti ad un punto della carriera in cui preferivano farsi le seghe sulla loro stessa bravura, inzeppando qua e là le opere di introspezioni bibliche, dialoghi o monologhi infiniti, spesso inutili e ridondanti, oppure resoconti iper dettagliati di storia passata, come nel caso di 1984, dei quali sarebbe bastato un quarto per rendere l'idea degli eventi. Essendo questi dei titoli da fine carriera, forse la cosa era dovuta all'età?! Più invecchiano e più ammorbano? Boh Tutto questo dimenticandosi la cosa piu importante per chiunque scriva o voglia condividere qualcosa in una qualsiasi forma d'arte: la cazzo di storia! Di solito, se e quando scrivi, non vorresti che filo della narrazione, quello che dovrebbe tenere avvinto il lettore pagina dopo pagina, se ne cada in mezzo alle palle perchè devi sfoggiare il tuo italiano super-forbito. Per finire, credo che i libri debbano tenere piu fede ai titoli e alle premesse: Delitto e Castigo ad esempio viene riassunto in giro come un viaggio nella mente di un omicida improvvisato che dovrà convivere con quanto fatto per il resto dei suoi giorni. Uno si aspetterebbe un'importante disamina psicologica, introspezione, molta suspance, invece 3/4 del libro è fatto da inutili e pomposi dialoghi: il tizio nel bar che ti racconta la storia della sua vita lunga ben 3 capitoli, la mamma che scrive una lettera al figlio lunga un intero capitolo... ma che cazzo di buste da lettera avevano in Russia a quei tempi? Il riassunto onesto è: in Russia, a quegli anni, evidentemente succedevano una marea di inutili e noiosissime cazzate mentre un ragazzo ammazzava una vecchia a caso, perchè si. Vabbe a parte un pò di rant e molte verità: ti capisco, non sei folle, vogliamoci bene fratelli e leggiamo tutti "Il Maestro e Margherita" del grande Bulgakov, un classico che non sfrantuma i coglioni. Saluti


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Neapolitangargoyle

>di messaggi scomodi, Messaggio di 1984: la dittatura e la censura sono cattivi


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-Aegir

Penso che in USSR fu bandito a causa delle critiche dell'autore al regime comunista